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Workshop Spark: l’importanza di fare rete per la didattica museale

Lunedì 18 novembre, presso Explora, si è tenuto l’evento Spark, il workshop dedicato ai servizi educativi museali, che ha visto la partecipazione di educatori ed educatrici provenienti da Musei e Istituzioni culturali di tutta Italia. 

L’evento ha rappresentato un momento di fondamentale importanza per valorizzare il ruolo educativo dei musei, evidenziando non solo la centralità dei servizi educativi come strumento per avvicinare il pubblico alla cultura e al patrimonio, ma ha anche fornito un’occasione unica per riflettere sulle strategie e sugli approcci innovativi in ambito didattico.
La giornata caratterizzata da incontri significativi, si è sviluppata in un’attività di networking tra i partecipanti, favorendo la creazione di una rete collaborativa di professionisti impegnati a promuovere la funzione educativa delle realtà museali. Durante le sessioni è stato possibile condividere buone pratiche esplorando nuove metodologie didattiche per rendere le esperienze museali più inclusive e coinvolgenti. 
Ciò che è emerso è la necessità di riconoscere nei pubblici una varietà di esigenze a cui rispondere, necessità che i servizi educativi devono far propria per creare un ponte tra patrimonio culturale, comunità e territorio.  

Ad aprire la giornata i saluti istituzionali di Patrizia Tomasich, presidente del museo Explora, intervenuta per raccontare la storia del museo e riflettere sul ruolo della didattica quale parte del dna dei musei. 

Una serie di panel ha preso il via con l’intervento di Elena Ferrari, responsabile didattica, Francesca Ioppi e Federica Rinaldi del Parco Archeologico del Colosseo, con una panoramica sulle tante attività e laboratori proposti, che uniscono, alla parte storico-culturale, natura e creatività.  

Barbara Rossi, responsabile del servizio educativo della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, ha presentato, insieme a Valentina Catalucci, l’intervento Missione Testaccio, una realtà che attraverso una mappa interattiva, giochi, video e immagini riesce a trasportare i piccoli visitatori ai tempi dell’Antica Roma.  

Per il Museo della Canapa è intervenuta Sara Andreoni, educatrice e pedagogista, che ha sottolineato come l’educazione sia diventata trasversale e come sia fondamentale per i musei definire la propria identità pedagogica attraverso una molteplicità di linguaggi che favoriscono accessibilità e inclusività.  

Per la Fondazione Musei Civici di Venezia, dal MUVE Education, Cristina Gazzola, in un intervento sulle attività educative della Fondazione come Il mio Museo, una serie di percorsi, laboratori, summer camp, workshop e corsi di formazione rivolti a scuole, famiglie e pubblico adulto con esigenze specifiche, promuovendo un processo partecipativo di dialogo atto anche alla costruzione di nuove forme di lettura e d’interpretazione del patrimonio.

Arianna Piazza, del dipartimento educativo del Museo Poldi Pezzoli di Milano, ha presentato il progetto Educare al Museo, una proposta dedicata alla scuole in cui il museo diventa un luogo abituale e soprattutto dove i percorsi si aprono a diventare percorsi che uniscono l’arte alla matematica e l’arte alla scienza.

Per la Galleria Borghese sono intervenute Giulia Bandini e Sara Sciascia, presentando Il museo a scuola, la scuola al Museo, un progetto che permette di creare una familiarità tra alunni e alunne e opere d’arte della galleria, approfondendo artisti e potenziando la creatività. 

Dopo una breve pausa pranzo, spazio nel pomeriggio al Children’s Museum di Verona, che con Lavinia Luciani, ha permesso di conoscere Tomato, The original Museum Available to Overall, un progetto con un kit educativo che ha dei contenuti digitali e fisici con cui interagire, che prevede la collaborazione tra adulti e bambini.  

Di Manuel Scortichini, dell’Università di Camerino, l’intervento Allestimenti interattivi nel contesto museale: framework di analisi e prospettive progettuali future. Tra gli argomenti trattati le esperienze museali e le analisi dei dispositivi multimediali, in una panoramica sull’interazione con gli allestimenti in continua dinamica ed evoluzione. 

Vittoria Lecce e  Francesca Montuori del museo Etrusco di Villa Giulia, che si occupano di progetti speciali e accessibilità: il progetto Etruschi a scuola ha permesso di scoprire che stupore, meraviglia e curiosità sono stimolanti per bambini e bambine quanto per adulti e adulte.  

E ancora Alessia Bello, responsabile didattica del Museo Explora, che ha presentato come caso studio l’esperienza delle Mystery Box, realizzate per il progetto Little Stem, grazie alle quali è stato possibile potenziare le sinergie tra scuola, famiglie e museo. 

A Lucio Biondaro del Children’s Museum di Verona, Cinzia Cattoni del Muba e Paolo De Gasperis di Explora, la conclusione della sessione dedicata ai panel, con una presentazione della Rete Nazionale dei Musei dei Bambini e sul ruolo centrale dei Children’s Museum come laboratori di innovazione e ricerca per le strategie di didattica informale.

A chiudere la giornata una sessione di demo che ha visto presentare al pubblico AbIntra, un progetto del Museo delle Civiltà di Roma, SeedScience, il percorso Pari e il percorso Genius Loci di Explora. 

In conclusione, l’evento sui servizi educativi museali ha evidenziato l’importanza del networking come motore per innovazione e collaborazioni strategiche. Un’occasione preziosa per creare sinergie che arricchiscono l’offerta educativa e il dialogo culturale.

 

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