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La LIS: l’identità in una lingua

Grazie al progetto Per tutti abbiamo avuto modo di avvicinarci alla Lingua dei Segni Italiana (LIS), approfondendo il suo uso e le sue specificità, soprattutto in fase di accoglienza.
Insieme alla Cooperativa Sociale Il Treno, stiamo lavorando affinché la LIS entri ufficialmente nelle modalità comunicative del museo, in linea anche con il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A), che al punto 5.4 del capitolo sulle informazioni e accoglienza interna dei luoghi di cultura, invita a “valutare l’opportunità di integrare la comunicazione tradizionale con totem e schermi in cui siano presentate in Lingua italiana dei Segni (LIS), e/o Americana (ASL) e/o International Sign Language (IS), oltre che con sottotitoli, le informazioni utili alla visita, come biglietti, percorso di visita, possibilità di richiedere delle guide etc”.
Nella legge, ci sarebbe da dire, la LIS è indicata con un nome che non è corretto, dovrebbe essere Lingua dei Segni Italiana, perché è la lingua dei segni usata nel territorio italiano, non la lingua italiana ‘trasformata in segni’.

Per conoscere meglio storia e applicazioni di questa lingua, abbiamo intervistato Alessandra Marras, Alessio Di Renzo e Serena R. Conte, tutti e tre della Cooperativa Sociale Il Treno, realtà che realizza attività educative e ludiche dal forte impatto sociale.

Quando nasce la LIS e quando è stata ufficialmente riconosciuta?

Individuare la data di nascita di una lingua è come chiedere un dato impossibile. La lingua dei segni italiana è una lingua naturale, il che vuol dire che è stata creata dalle persone che nel tempo hanno comunicato tra loro, principalmente sorde. Presenta un’evoluzione storica come tutte le altre lingue e anche fenomeni di contatto e influenze con altri idiomi. Le tracce della sua esistenza e utilizzo qua in Italia arrivano all’impero romano di Augusto, e maggiori informazioni si sono raccolte dal 1700 in poi.

Quante persone in Italia conoscono la LIS e da che età è possibile imparare?

Non è facile stimarlo, pensate che ancora l’ISTAT non ha modificato il censimento perché sia possibile sapere quante persone sorde vivono in Italia, perché ancora raccolgo un unico dato contando anche la sordità senile. Dai dati dell’ENS, associazione nazionale e storica a tutela delle persone sorde, si potrebbero stimare 60 mila persone sorde a cui vanno aggiunte le persone udenti che a vario titolo incontrano questa lingua, vuoi perché sono parenti di persone sorde, vuoi per interesse personale, più le persone che la usano in ambito professionale come docenti di LIS, interpreti, educatori, logopedisti, logogenisti. Come ogni lingua si può apprendere a qualsiasi età, nel caso dei bambini sordi sarebbe fondamentale esporli alla LIS da appena nati, oltre che all’italiano ovviamente.

Come funziona una lingua visiva la gestualità: spazio e corpo, mani e movimenti?

Una lingua visiva come la LIS ha uno spazio di articolazione che può coinvolgere tutta la parte alta del corpo dalla cintola in su, sebbene possano essere usate anche meno parti del corpo a seconda di quello che si deve dire. E’ possibile esprimere concetti in contemporanea, cosa che per la lingua parlata è possibile solo in minima misura.
Pensate a un film, l’informazione visiva ci arriva tutta in contemporanea in ogni inquadratura, e anche con una successione sequenziale, e questo è una caratteristica molto forte legata alla vista; se pensiamo invece a una melodia, alcune informazioni arrivano insieme (il suono di più strumenti ad esempio) ma predomina comunque il fatto che il suono viaggi in modo sequenziale. Con la LIS la successione dei movimenti manuali, degli spazi, delle espressioni facciali avviene tra più elementi e anche in contemporanea, sempre in modo arbitrario come nelle lingue vocali.

La LIS nella vostra Cooperativa: quali sono i vostri obiettivi e quale la vostra realtà?

Scopo della nostra cooperativa è promuovere e diffondere il bilinguismo italiano/lingua dei segni italiana in particolare nell’età evolutiva, lo facciamo con attività educative e ludiche, con servizi continuativi nelle scuole, corsi di LIS per alunni e formazione per adulti sulla sordità e la didattica; e pubblicando come unica casa editrice in Italia specializzata in opere bilingui ita/lis e sulla comunità sorda. Ogni bambino ha diritto a crescere con tutte le possibilità e strumenti che gli permettano di sviluppare al meglio le sue capacità e potenzialità, e il bambino sordo se esposto unicamente all’italiano rischia di non ricevere adeguatamente una prima lingua secondo i tempi di sviluppo. La lingua dei segni è pienamente percepibile da subito e rappresenta quel cibo per la sua mente in crescita, da alimentare certo anche con l’italiano che però non arriva sempre pienamente percepibile al bambino, anche in presenza di ausili uditivi. Siamo una cooperativa composta da esperti sordi e udenti, bilingui, e cerchiamo costantemente nuove strade e sperimentazioni per offrire ai bambini e le loro famiglie servizi e strumenti adeguati alle loro esigenze.

Esiste una Giornata mondiale o nazionale dedicata?

Nell’ultima domenica di settembre si celebra la giornata mondiale del sordo (GMS), istituita proprio qui in Italia nel 1958 dalla Federazione Mondiale dei Sordi. Solo a partire dal 2007, in Italia e in diverse parti del mondo, ogni anno si è ripreso a festeggiare questa giornata in cui la comunità sorda si riunisce per sensibilizzare l’opinione pubblica e il Governo a una visione positiva dei cittadini sordi, mettendo in discussione lo stato dell’arte, e anche andando in scena con varie forme d’arte.
Dal 2018 inoltre si celebra la giornata mondiale delle lingue dei segni nel giorno 23 settembre, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, da lì spesso si organizzano varie attività di sensibilizzazione, diventando così la settimana del Sordo con riferimento a queste due date (23 settembre e ultima domenica di settembre). La comunità sorda ha anche una sua bandiera il cui colore turchese rappresenta le lingue dei segni.

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