Che il viaggio abbia inizio! - Explora - Il museo dei bambini di Roma
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Che il viaggio abbia inizio!

Il messaggio nel logo del progetto: intervista a Rasa Jančiauskaitė

Ad accogliere i visitatori di Explora, nella grande hall di ingresso, l’opera di Rasa Jančiauskaitė, illustratrice e designer di Vilnius in Lituania. Creata nel 2020 per il progetto Liberty, che ha visto coinvolti dodici artisti internazionali per la reinterpretazione in chiave giocata di alcuni articoli della Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, l’opera si compone di quattro curiosi personaggi, un elefante, una talpa, una sirena e un coniglio, che seduti su un autobus viaggiano verso una destinazione sconosciuta. 
Scelta come logo del progetto Per tutti, l’opera traduce in arte i concetti chiave della solidarietà, della partecipazione, dell’autonomia e dell’originalità: quattro personaggi provenienti dal mondo animale e dalla mitologia, ognuno con delle caratteristiche fisiche che rendono esclusivo il proprio essere. 
Una rappresentazione di un mondo su tela in cui le differenze si appianano e contribuiscono alla vita della comunità come parti integranti della stessa. Il simbolico viaggio del progetto è rappresentato dall’autobus, il mezzo di trasporto che meglio rappresenta quotidianità e collettività, un veicolo per esseri unici che condividono la stessa destinazione: la vita. 

Per curiosare e scoprire tutti i segreti dell’opera, abbiamo intervistato l’artista, da subito entusiasta del nostro progetto. 

Qual è l’idea che ha portato alla creazione dell’opera per Explora?

«Mi è stato chiesto di creare un’illustrazione ispirata al 23° articolo della Convenzione ONU sui diritti dei bambini come parte di una mostra temporanea di arte visiva nella hall del museo Explora nel 2020. L’articolo, reinterpretato da Explora, citava “Non importa quali e quanto grandi siano le tue abilità e disabilità: hai diritto ad accedere senza ostacoli a tutti gli spazi della società, a vivere pienamente insieme agli altri, ad avere le stesse opportunità di tutti: mettiti in gioco e aiutaci ad avanzare insieme su questa strada!” e riguardava il diritto dei bambini disabili di godere di una vita piena con dignità e di partecipare attivamente nella comunità con il sostegno di governi e amministrazioni».

Da dove provengono i tuoi personaggi?

«I miei personaggi sono creature molto diverse tra loro anche per la loro appartenenza a diversi immaginari: una sirena che vive sott’acqua, una talpa che vive sottoterra, un coniglio e un elefante  che vivono sulla terraferma. Quando ho iniziato a creare l’opera, ho cercato personaggi dall’aspetto molto diverso, per esempio un elefante, che in natura ha grandi orecchie e un naso molto lungo, un coniglietto, con le orecchie lunghe a contraddistinguerlo e una sirena, personaggio di fantasia che ha la coda al posto delle gambe. Ogni personaggio ha un suo tratto distintivo e questo non li esclude comunque dalla vita in società: le differenze li uniscono, li portano a interessarsi l’uno all’altro e a conoscere il mondo dell’altro vivendo nel rispetto e nell’amicizia».

Pensi che l’arte possa essere uno strumento inclusivo?

«Certamente. L’arte spesso parla per metafore. Anche gli argomenti complessi sono più facili da presentare e raccontare attraverso pennellate, colori e materia, piuttosto che attraverso gesti o parole. Inoltre, l’arte è composta da molti elementi con i quali creare opportunità diverse ed esperienze che rispettino le esigenze dei singoli individui».

C’è un messaggio che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

«Ho composto le figure sull’autobus perché volevo sottolineare l’importanza dell’accessibilità degli spazi pubblici per i bambini e gli adulti con disabilità. Il motivo dell’autobus indica anche l’autonomia: le figure sono sedute su ruote, a simboleggiare tutti coloro che, nonostante le difficoltà motorie, vivono in piena autonomia con coraggio e determinazione. Il movimento dell’autobus è determinato dalla loro forza di volontà che riesce non solo a spostare loro ma anche gli altri passeggeri. Tutti per uno, uno per tutti! Ecco a voi, tradotta su tela, l’importanza dello stare insieme».

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