A tu per tu: The Deaf Soul - Explora - Il museo dei bambini di Roma
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A tu per tu: The Deaf Soul

Leggi l’intervista a Ludovica Billi e Chiara Bucello di The Deaf Soul

“Ci siamo ostinate a essere quelle che non siamo, fino ad accettare il fatto che non avremmo mai potuto sconfiggere il nemico, ma avremmo potuto amarlo, scoprirlo, farne un punto di forza”.

The deaf Soul

Ancora oggi, tanti stereotipi e pregiudizi avvolgono il mondo della sordità: una serie di preconcetti dettati spesso da un’errata o mancata informazione.
La sensibilizzazione a questa tematica diventa così la missione di Chiara e Ludovica, co-founder e content creator della pagina The Deaf Soul, la community nata con l’esigenza di far comunicare e dare voce alle persone con disabilità uditiva: autoironiche e sempre positive, dimostrano attraverso i loro contenuti social che è necessario concentrarsi sul dialogo e sull’informazione per superare ogni barriera legata all’inclusione sociale.
Questo obiettivo è portato avanti anche da Explora con il progetto Per tutti, ideato non solo per trasformare il Museo in un luogo “strutturalmente” più accessibile, ma anche per diffondere informazione e far conoscere tante realtà che hanno deciso di raccontarsi.

Questa l’intervista a Chiara e Ludovica:

Raccontateci di voi

«Siamo Ludovica e Chiara, entrambe sorde e portatrici di impianto cocleare, radici toscane e siciliane, ma viviamo a Milano.
Ci siamo conosciute durante la pandemia grazie ai social. Oltre questo, facciamo video sia sui reels sia su tiktok nei nostri profili social, per diffondere e sensibilizzare su questo tipo di disabilità “invisibile” per abbattere l’ignoranza attraverso i social. Per noi è stata una sfida personale, non ce lo aspettavamo ma è stato un grande successo. Abbiamo sempre visto la sordità come un “nemico”, un nemico da annientare, da vincere a qualunque costo.
Ci siamo ostinate a essere quelle che non siamo, fino ad accettare il fatto che non avremmo mai potuto sconfiggere il nemico, ma avremmo potuto amarlo, scoprirlo, farne un punto di forza. Spesso il termine diversità mette timore, paura, vergogna e viene scambiato con il significato di “inferiore”.
È incredibile come venga distorto il senso a causa della disinformazione. Per tutto questo noi siamo e ci sentiamo diverse, perché è proprio grazie alla nostra sordità che riusciamo a vedere il mondo con occhi diversi che ci permettono di distinguere le persone “tossiche e nocive” da quelle semplici e positive. Per chi la possiede ma anche per chi la rispetta. Sono quelle le persone migliori».

Come nasce la vostra pagina, di cosa si tratta e qual è il messaggio che volete trasmettere?

«Da un incontro casuale sui social è nata l’idea di aprire una pagina community sorda che si chiama The Deaf Soul, nata più di un anno fa. È un portale per la comunicazione e l’informazione delle persone con disabilità uditive, parliamo di tutto ciò che ha a che fare con la sordità perché c’è un mondo dietro e vogliamo raccontarvelo in modo positivo e autoironico. Siamo persone normali e pretendiamo di essere trattate come tali».

Sulla vostra pagina insistete molto nel sottolineare che siete sorde e non sordomute. Potete spiegare meglio questo concetto?

«Bisogna specificare sempre che il termine sordomuto è ingannevole: i sordi non soffrono di mutismo, né sono impossibilitati a parlare (leggere o scrivere) la lingua orale. Dalla sordità non consegue l’impossibilità, per l’apparato articolatorio, di funzionare adeguatamente. Al sordo manca soltanto il feedback acustico, ovvero la possibilità di udire l’input linguistico e armonizzarsi sullo stesso alla maniera della maggioranza udente.
Con la legge n.95, “Nuova disciplina in favore dei minorati auditivi”, approvata il 20/02/2006, il termine “sordomuto” è sostituito con l’espressione “sordo”. Eppure a 20 anni di distanza, ancora oggi i giornalisti e titolisti continuano ad utilizzare questo termine ormai obsoleto e scorretto per definire la sordità congenita. In quanto tutti i sordi conoscono e possono utilizzare l’italiano parlato e scritto.
Purtroppo riceviamo le discriminazioni a causa della nostra “strana” voce. La persona che indossa una protesi acustica viene identificata con quel “sordomuto” dell’immaginario collettivo, il cui corollario è che: capisce poco, è incapace, ha bisogno, non ci arriva, è sospettosa, è permalosa, farà un lavoro manuale, non parla, non parla bene, non capisce bene, bisogna parlarle forte, bisogna parlarle in modo sintetico».

Cosa significa essere sordi nel mondo dei social e quali sono secondo voi le sue opportunità?

«Il nostro obiettivo nel mondo dei social è far vedere alla gente che la sordità non è una malformazione che causa problemi. Noi siamo nati con questa disabilità e ci abbiamo sempre convissuto senza problemi. Ci si confronterà sempre con l’ignoranza, i dubbi e addirittura la paura nei nostri riguardi, ma ripetiamo: tocca a noi essere forti, inseguire le possibilità e dimostrare che possiamo eseguire nel miglior modo possibile qualsiasi compito. E secondo noi è un metodo chiaro, informativo e autoironico per far conoscere meglio una tematica come la sordità che spesso, soprattutto nei media, è trascurata».

Quali sono le principali difficoltà che avete incontrato nei luoghi di cultura a livello di accessibilità?

«Diremmo nei musei, specialmente in Italia. Facciamo un esempio: nella nostra esperienza di viaggio nei musei di Madrid, anziché le cuffie, abbiamo potuto usare un iPad dove poter ascoltare e guardare i sottotitoli e la lingua dei segni. Questa cosa ci ha colpite molto! Poi ovviamente parliamo anche del cinema, del teatro e dei concerti, non ci andiamo per lo stesso motivo, la mancanza dei sottotitoli».

Cosa vi augurate nel futuro e come pensate che Explora, e i luoghi di cultura in generale, possano migliorare l’accessibilità o diventare strumento di sensibilizzazione.

«Ci auguriamo che l’accessibilità sia davvero un diritto per tutte le persone sorde! Ma soprattutto, a nostro avviso, è opportuno tutelare tutti i diritti dei sordi, nessuno escluso. Siamo in un’epoca super tecnologicamente avanzata e grazie a questi due fattori siamo in grado di decidere come vivere la nostra vita indipendentemente da tutti gli altri».

Per unirti alla community The Deaf Soul:

IG: @thedeaf.soul

FB: The Deaf Soul

Tiktok: @thedeafsoul

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