Giovani e disinformazione in Italia

La disinformazione rappresenta oggi una delle principali minacce per la coesione sociale, la salute pubblica e la qualità della democrazia: in Italia essa colpisce in modo particolare i giovani, che pur essendo immersi quotidianamente nei media digitali, risultano spesso sprovvisti degli strumenti critici necessari a riconoscere contenuti falsi o manipolatori.
I numeri
Secondo l’indagine Alfabetizzazione digitale & Fake News del 2025, “il 51% dei giovani italiani utilizza quotidianamente WhatsApp, Instagram e TikTok come principali fonti informative, ma quasi un terzo di loro (31%) mette ‘like’ a notizie riconosciute come false, e il 70% è convinto, in modo spesso infondato, di saperle distinguere” (leggi la fonte: Rapporto Giovani).
A ciò si aggiungono i risultati dello studio condotto dall’Università Vita – Salute San Raffaele, che dimostra come “oltre un giovane su tre fatichi a distinguere notizie affidabili da quelle false, con particolare difficoltà sui temi di salute e ambiente: appena il 32,8% valuta correttamente notizie ambientali e solo il 36,9% quelle mediche, mentre più del 41% crede in contenuti palesemente falsi sull’ambiente” (leggi la fonte: Università Vita Salute San Raffaele).
Le azioni
Per affrontare questa emergenza informativa, le istituzioni italiane hanno messo in campo alcune risorse come l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) che ha introdotto progetti come Facciamo chiarezza (leggi la fonte), “per approfondire le tematiche della scuola rispondendo ad articoli di stampa, contenuti che circolano sui social, dibattiti in corso sull’istruzione, domande frequenti degli utenti. L’obiettivo è fornire dati e informazioni ufficiali in ottica di dialogo e trasparenza”.
Inoltre le organizzazioni non governative hanno evidenziato come la disinformazione colpisca con maggior forza i giovani provenienti da contesti sociali svantaggiati. Save the Children sottolinea che la povertà educativa digitale, unita alle disuguaglianze territoriali, limita fortemente la capacità di orientarsi tra le informazioni online (leggi la fonte: Save the Children).
Sempre grazie a Save The Children, nascono i consigli per genitori, insegnanti e adulti e adulte, per sostenere bambini e adolescenti nel viaggio attraverso il mondo digitale.
Il primo consiglio riguarda il “Promuovere un uso consapevole della Rete”, insegnando a verificare le fonti e a condividere solo notizie attendibili. È necessario riscoprire la lentezza e la riflessione, antidoti alla superficialità dell’informazione veloce.
Il secondo suggerisce di “Accompagnare i giovani nella scoperta del digitale”, spiegando loro che il web e i social possono essere manipolati e nascondere interessi complessi.
Ultimo ma non per importanza il “Valorizzare la riflessione e la creatività”, contrastando la noia non solo con lo schermo, ma anche stimolando interessi alternativi. La noia, se vissuta attivamente, può diventare fonte di pensiero critico, riducendo il rischio di diffusione di fake news. (leggi la fonte: Save the Children)
Cosa fare?
Come Explora, il Museo dei Bambini di Roma, riteniamo fondamentale promuovere un approccio sinergico e coordinato tra istituzioni pubbliche, scuole, famiglie e organizzazioni della società civile. Solo attraverso un impegno condiviso è possibile rafforzare in modo strutturale l’educazione civica digitale, trasformando i giovani da semplici fruitori di contenuti in cittadini consapevoli, attivi e responsabili. È questa la strada per costruire una generazione in grado di riconoscere e contrastare la disinformazione, tutelare i principi democratici e contribuire alla diffusione di una cultura dell’informazione etica e partecipata, all’altezza delle sfide del digitale contemporanee.