Il libri tattili: guida alla realizzazione
Leggere un libro ci permette di viaggiare, di raggiungere luoghi lontani e vicini, di immedesimarci in storie e racconti di protagonisti curiosi e avventurosi, immergendosi in un’atmosfera talvolta sconosciuta.
Siamo spesso ancorati all’idea del libro come insieme di testi e immagini da leggere, lasciando alla vista l’unico compito.
Per superare questo limite, prendono vita i libri tattili che, multisensoriali e materici, offrono la possibilità di una lettura condivisa e accessibile.
Come creare un libro tattile? Lo abbiamo chiesto a Roberta Bridda, illustratrice e autrice del volume ABC. I primi passi per la realizzazione di un libro tattile illustrato. Ediz. illustrata, edito da Associazione Culturale Start APS, un manuale pratico per la realizzazione di libri tattili illustrati che supportano la creazione con indicazioni tecniche e progettuali.
Ecco la sua intervista:
Ci racconti di lei: come nasce il suo interesse per l’illustrazione e per i libri tattili?
La mia passione per l’illustrazione, l’immagine e per la forma libro in generale nasce da una serie di formazioni sul libro d’artista che ho avuto la fortuna di poter seguire in una scuola di arti grafiche mentre studiavo architettura a Venezia.
L’incontro con diversi artisti internazionali che si occupavano di incisione, rilegatura e illustrazione è stato per me un vero colpo di fulmine che ha determinato tutto quello di cui mi sono occupata poi in seguito.
L’interesse specifico per il libro tattile illustrato nasce invece dalla scoperta dell’esistenza del concorso “Tocca a te!” indetto dalla Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi di Roma.
Ho cominciato, ormai quasi una decina di anni fa, a realizzare dei prototipi per partecipare al concorso e da lì mi sono appassionata al tema non solo dal punto di vista artistico ma anche dal punto di vista delle possibilità didattiche, lavorando contemporaneamente come formatrice di future maestre.
Come nasce il progetto ABC- I primi passi per la realizzazione di un libro tattile illustrato?
Il progetto nasce dalla volontà di raccogliere e condividere in un manuale l’esperienza fatta in questi anni per poter offrire qualche strumento di base a chi si cimenta per la prima volta nella costruzione di un libro tattile illustrato.
Da questa idea personale iniziale è nato un interessantissimo lavoro collettivo con Giuliana Riunno della Biblioteca Attiva di Ariccia e Andrea Delluomo del progetto Coaabitat di Zagarolo con i quali abbiamo condiviso il progetto nell’organizzazione e nella stesura di tutte le sue parti.
Fondamentale è stato l’appoggio della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi che ha sancito e convalidato man mano i contenuti garantendo che la nostra proposta potesse rispondere correttamente alle esigenze specifiche della costruzione di un libro tattile illustrato.
Nel suo libro si parla spesso di multisensorialità della lettura. Ci può spiegare meglio questo concetto?
Leggere significa sempre decodificare un linguaggio, arrivare al significato delle cose. I linguaggi però non si limitano al testo e all’immagine e nella lettura intervengono molti altri elementi che comunicano anch’essi dei significati.
Leggiamo anche con le mani, il naso, con il corpo, anche se molte volte non ce ne rendiamo minimamente conto.
Porre l’attenzione e offrire la possibilità di una lettura materica e sensoriale, oltre a permettere l’accesso al contenuto di un’immagine a persone non vedenti, permette a tutti di fare esperienza di altre modalità percettive, relegate molte volte in secondo piano.
I libri tattili illustrati rivendicano in qualche modo una lettura aperta a più linguaggi, in cui aprire e allenare tutti i sensi scardinando, inoltre, quell’idea che l’esperienza sensoriale della lettura sia solo una esigenza della primissima infanzia.
L’educazione al tatto e in generale alla sensorialità in tutte le sue forme, moltiplica le nostre possibilità di lettura, ci rende attivi e partecipi davanti al mondo che ci circonda, ci rende vivi.
I libri tattili sono definiti “libri inclusivi” perché favoriscono la comunicazione e la lettura tra coetanei. Quanto è importante la condivisione di un momento dedicato alla lettura per lo sviluppo cognitivo e affettivo?
Leggere insieme crea complicità, vicinanza fin dalla più tenera età, a partire dalla lettura che genitori e figure di riferimento riservano come momento di cura e piacere condiviso.
Spesso però la lettura condivisa si perde col crescere e rischia quindi di perdere quella base comune di interesse, di dialogo e di scambio.
A livello cognitivo leggere insieme rafforza e arricchisce l’intelligenza rappresentativa, mentre a livello relazionale rappresenta un momento di piacere, un dono dato e ricevuto, promuove uno scambio di opinioni attento al punto di vista altrui e in grado di far mettere a fuoco meglio il proprio.
Questo è vero per ogni genere di lettura. Il libro tattile ha in sé elementi di sorpresa e stupore, che, se condivisi, si alimentano ancor di più. Inoltre è un libro che va “agito”, in cui siamo in gioco in prima persona, insieme, anche con il corpo.
C’è quindi quell’elemento di contatto fisico con l’oggetto libro e con i compagni di lettura che è fondamentale per esperienze relazionali significative.
Per le persone con disabilità visiva è anche uno splendido momento di “normalità” in cui mettere in campo competenze e abilità da condividere.
I libri tattili stupiscono tutti, nelle tante esperienze fatte ad esempio alla Biblioteca Attiva, la lettura multisensoriale è sempre un momento magico ed è sempre sorprendente vedere quanto questo sia vero ad ogni età, come ragazzi del liceo reagiscano con lo stesso entusiasmo dei bambini della scuola dell’infanzia.
Quali sono i suoi prossimi appuntamenti?
Quanto è importante, per un luogo di cultura come Explora, favorire la diffusione di progetti d’inclusione sociale?
Sarò a Roma, in un tour di workshop e presentazioni per promuovere e far conoscere il libro in ambiti diversi insieme a Giuliana e Andrea. Il 9 dicembre alle h: 12.00 saremo alla Nuvola nell’ambito del Festival Più libri più liberi per una tavola rotonda organizzata dal Cepell in cui portare le diverse esperienze che hanno contribuito al progetto e che ritroviamo anche nella guida.
Oltre a noi saranno presenti anche Pietro Vecchiarelli della Federazione e Michela Tonelli del Palazzo delle Esposizioni in un incontro moderato da Amalia Amendola del Cepell.
Un altro incontro di presentazione e confronto si terrà il 6 dicembre all’Istituto Romagnoli con una Colazione Tiflodidattica.
E poi ovviamente ne approfittiamo per fare dei Workshop, la parte attiva e pratica della quale crediamo ci sia gran necessità e da cui poi in fondo tutto è nato.
Il 7 dicembre nell’ambito del progetto COAABITAT di Zagarolo “Abitare il corpo, abitare lo spazio” sarà uno spazio di sperimentazione in cui realizzare paesaggi toccabili, abiti e mappe impossibili in una ricerca sui temi dell’abitare e del transitare.
Il 10 dicembre invece saremo ospitati da SCUOLA TOOL a Roma per “Giardini immaginati”, una giornata intera dedicata alla progettazione e realizzazione di un libro tattile illustrato .
Un dispositivo multisensoriale che chiama in causa molti ambiti diversi e richiede una progettazione attenta in ogni fase, dalla rilegatura al testo, dallo storyboard al formato.
I partecipanti realizzeranno il proprio libro tattile con la tecnica della goffratura: dalla realizzazione delle matrici alla stampa a secco, dalla scrittura in nero e in braille alla rilegatura che permetta un’apertura totale delle pagine.
Giardini poetici che prenderanno corpo in uno spazio di condivisione dove la tecnica è punto di partenza per la creatività.
Il ruolo del museo è sempre più quello di divenire luogo di partecipazione per l’intera comunità, in grado di favorire i processi d’inclusione sociale, educare alle differenze, accogliere e porre l’attenzione sulle molteplici modalità di percepire.
È oltremodo auspicabile che un museo come Explora, che nasce per incoraggiare il naturale desiderio di apprendimento e la curiosità che alberga in ogni bambina e in ogni bambino, si fornisca di strumenti progettuali che possano alimentare nelle nuove generazioni l’idea di una cultura inclusiva e accessibile per tutti.