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L’ingresso del Museo Explora si affaccia sulla via Flaminia, una strada che ha più di 2000 anni di storia!
La Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle arti e Paesaggio di Roma e molti studiosi di storia e archeologia hanno lavorato negli anni per ricostruirne l’evoluzione e i cambiamenti.

L’antica via Flaminia prende il nome da colui che ne curò la costruzione alla fine del III sec. a.C. (223 o 220 a.C.), il Censore Caius Flaminius.
Data la sua importanza strategica e militare, la via Flaminia fu sempre curata e mantenuta, anche quando si intensificarono i fenomeni di allagamento legati alle esondazioni del Tevere. Questa via consolare, data la sua conformazione di strada di crinale, rappresentò un fondamentale asse di penetrazione dell’espansione repubblicana e lo rimase per tutta la durata dell’Impero romano. Solo durante il Medioevo la via perse di importanza a favore delle strade circostanti e le numerose attività di colmata delle depressioni alterarono profondamente le quote originali, tanto che la via romana attualmente la si trova 5 metri al di sotto del calpestio attuale.

Il primo tratto di questa strada, conosciuto sotto Augusto come via Lata e dal tardo Medioevo come via del Corso, corre rettilineo fino all’attuale Piazza Colonna. Procede dritta fino alla Porta Flaminia, attuale Porta del Popolo, e da lì esce per raggiunge il Tevere nei pressi di Ponte Milvio. Attraversato il fiume, la via Flaminia prosegue verso Nord costeggiando la riva destra del corso d’acqua, e lungo l’argine sono ancora visibili i resti di opere di arginatura a gradoni.

La prima stazione di posta, ovvero quel luogo utilizzato per le soste temporanee, è segnalata al III miglio della via Flaminia e dovrebbe coincidere con l’attuale bivio tra la via Cassia e la via Flaminia; al IX miglio si colloca la seconda posta conosciuta come ad Rubras.
La strada procede poi rettilinea in direzione Nord e si dirige verso la città di Rimini(Ariminun), sulla costa adriatica.

Ripulendo l’ edificio di ingresso al Museo abbiamo ritrovato, inglobato nella muratura, un capitello in travertino con volute. Questo frammento è di epoca romana ed in origine doveva trovarsi al di sopra del fusto di una colonna di ordine ionico, forse un tempio, ma – durante il Medioevo – l’elemento è stato recuperato e riutilizzato per decorare un porticato o una loggia di un’abitazione privata che si affacciava sulla Via Flaminia. Naturalmente non si tratta della strada che conosciamo oggi, ma quella di epoca romana realizzata con grossi blocchi squadrati di pietra vulcanica (basoli) che si trova più o meno 5 metri sotto al tracciato attuale.

E’ una testimonianza importante che racconta un periodo storico caratterizzato da grandi espoliazioni e reimpieghi di materiali architettonici di cui abbiamo rare testimonianze.

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