Comunicazione Alternativa Aumentativa (CAA): più di uno strumento
Scopri le sue curiosità, la storia e le applicazioni.
Una mappa in CAA – Comunicazione Aumentativa e Alternativa del museo? È quello su cui ha lavorato Explora!
Spesso considerata uno strumento per persone con difficoltà nel linguaggio o nella scrittura, la Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), è un sistema di
comunicazione in simboli o in immagini, che permette di sviluppare abilità comunicative, potenziando la comprensione del linguaggio verbale e quindi facilitando
lo scambio comunicativo.
Lo stesso Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A), ci invita, nel capitolo 20 dedicato alla comunicazione, ad integrare la CAA, al fine di migliorare la comunicazione assicurandone la comprensione a chiunque abbia difficoltà cognitive o linguistiche.
Per conoscere meglio storia e applicazioni di questa forma di comunicazione, abbiamo chiesto di rispondere a qualche domanda a Giuseppina Castellano, Direttore didattico Scuola Comunicazione Aumentativa e Tecnologie Assistive – Consorzio Universitario Humanitas, Direttore Didattico Master Universitario di Primo Livello in Comunicazione Aumentativa e Alternativa – Consorzio Universitario Humanitas.
Come nasce la CAA e quando viene ufficialmente riconosciuta?
La Comunicazione Aumentativa e Alternativa inizia negli anni ’70 in Canada, grazie all’interesse per l’educazione e la comunicazione dei bambini con disabilità complesse.
Inizialmente è stata utilizzata con bambini che avevano gravi limitazioni motorie riguardanti anche l’articolazione dei suoni del linguaggio; si poteva così dimostrare
come l’apprendimento e la comprensione del linguaggio orale fosse possibile ed utile ad aumentare la partecipazione attiva ai contesti di vita anche a scuola. Successivamente la CAA è stata applicata a moltissime Malattie Rare, alle Malattie Neuromotorie, anche negli adulti e infine nei Disturbi dello Spettro Autistico.
La CAA è utilizzata solo durante infanzia e adolescenza?
Direi che la CAA accompagna le transizioni esistenziali, cioè quei processi che sono alla base dello sviluppo della personalità e dell’interazione con le persone. Nei casi di
disabilità congenite, l’intervento precoce fin dalla prima infanzia ha maggiori possibilità di caratterizzare positivamente lo sviluppo delle capacità e della personalità dei
bambini e ragazzi. Poiché la CAA si applica anche nell’età adulta, nei casi, per esempio, di disabilità acquisite a seguito di malattie neuromotorie o degenerative o
cerebrovascolari, c’è la possibilità di migliorare la partecipazione attiva e l’autodeterminazione delle persone con disabilità. La CAA non riguarda solo la persona
con disabilità (bambino o adulto), ma tutta la sua rete sociale e quindi gli effetti del progetto di CAA si estendono a tutte le persone coinvolte perché dovrebbe migliorare la relazione tra la persona con disabilità e gli altri.
Come funziona la CAA e qual è il metodo di scrittura?
La CAA è un insieme di strategie verbali e non verbali, strumenti come le librerie di simboli o strumenti come le tecnologie assistive digitali, strumenti più semplici e a
bassa tecnologia. La CAA ha bisogno di un progetto altamente personalizzato che si basa sull’individuazione dei Bisogni Comunicativi Complessi: si tratta delle necessità
esistenziali delle persone che hanno bisogno di esprimere messaggi per la vicinanza sociale ed affettiva, messaggi per chiedere informazioni e spiegazioni o per darne a loro volta, messaggi per la gestione della vita quotidiana e durante le attività, messaggi per definire le proprie scelte. Come si può intuire, cambia la forma linguistica sulla base dell’età con cui si esprimono questi temi, ma non cambia il valore esistenziale per le persone. Come per il bambino è importante scegliere ed esprimersi a proposito del gioco, per lo studente è importante esprimersi a proposito della vita scolastica e per l’adulto è necessario esprimersi per la vita familiare, affettiva, lavorativa dove possibile.
La CAA nella vita di tutti i giorni: quali sono le più comuni applicazioni?
Non si può comunicare se non c’è nessuno che vuole comprendere ed ascoltare; quindi, il primo passo è modificare l’ambiente umano e oggettuale per renderlo accessibile a chi non può utilizzare, del tutto o in parte, il linguaggio orale. La trasformazione che vediamo nel Museo Explora è un grande esempio di sensibilità e adattamento ai Bisogni Comunicativi Complessi dei bambini e ragazzi. Come dimostra questo progetto, si utilizzano tabelle simboliche, guide per gli accompagnatori adulti, mappe di
orientamento, istruzioni in simboli per i giochi che richiedono una procedura. Nella vita quotidiana si utilizzano book in simboli con organizzazione pragmatica dei contenuti per comunicare sugli argomenti che riguardano i vari contesti di vita. Oppure si usano tecnologie assistive digitali con sintesi vocale per fare in modo che la persona con disabilità (bambino o adulto) possa far ascoltare i messaggi che desidera comunicare. La CAA si usa in qualunque momento della vita quotidiana e in qualunque attività; quindi si preparano specifiche interfacce utente (digitali e/o strumenti cartacei) per facilitare la comprensione e lo scambio comunicativo.